In gita a Pian dell'Elmo e Canfaito


Lo strumento del turismo naturalistico ed escursionistico è un mezzo molto efficace per imparare a star bene con se e con gli altri. Le attività svolte in gruppo in contesti ambientali incontaminati aiutano a prendere coscienza delle proprie emozioni, condividerle con i compagni e recepire profondamente l’importanza della tutela del nostro patrimonio naturalistico. La gita scolastica che ogni classe svolge annualmente è il momento ideale per sperimentare tali attività extraformative.



Per questo motivo il nostro CEA ha deciso di organizzare con gli alunni delle classi prime dell'Istituto Savoia benincasa di Ancona una giornata nella Riserva Naturale Regionale del monte San Vicino e del monte Canfaito che ha previsto lo svolgimento di due attività distinte: escursione, orienteering.
L’escursione attraverserà la Faggeta di Canfaito, un luogo unico nel suo genere in tutto il territorio regionale che nel periodo autunnale acquisisce un’atmosfera magica dove i ragazzi hanno imparato a conoscere il territorio scoprendo i faggi secolari e le loro storie.


L’orienteering, chiamato anche “lo sport dei boschi”, è un’attività che a aiutato i partecipanti a vivere il piacere dalla ricerca e della scoperta, orientarsi e trovare la meta senza l’utilizzo di navigatori satellitari o smartphone. Il percorso di Orienteering è stato realizzato proprio sotto alla vetta del Monte San Vicino, a circa 1000 metri di quota, in corrispondenza della località Pian dell’Elmo.


Il Monte San Vicino (dal latino vicilinus, vigile) è un monte dell'Appennino marchigiano, diviso tra le province di Ancona e Macerata. Appartiene alla dorsale più esterna della catena Appenninica Marchigiana, ed è l’elemento di maggior spicco, non soltanto perché è la cima più alta, ma anche perché è visibile da quasi ogni punto del territorio circostante al quale esso si mostra con una forma alquanto rupestre e svettante su tutti i rilievi circostanti (un proverbio dialettale recita Pitì bellu se vede da Castellu, Pitì bruttu se vede dappertuttu). Ciò ne fa un elemento ben distinguibile e riconoscibile (pur nei suoi diversi profili) e come tale ha sempre rappresentato per l’intero territorio il primo punto di riferimento. Le testimonianze storiche, architettoniche, culturali e religiose presenti ne sono la prova concreta. Non da ultimo è da ricordare che il territorio del San Vicino ha avuto il privilegio di “ospitare” San Romualdo, monaco benedettino fondatore dell’ordine dei camaldolesi. In tale luogo il Santo lasciò la vita terrena (1027). Venne sepolto nel monastero di Val di Castro, venerato come un nuovo San Benedetto e il luogo diventò subito meta di pellegrinaggio. Per vari secoli le sue spoglie restarono sepolte nell’abbazia di Valdicastro sotto il San Vicino (Oggi custodite nel duomo di Fabriano).


Tutta l’area del Monte San Vicino (oggi Riserva Naturale) fu teatro di importanti battaglie nel corso della guerra di Liberazione, nella zona operavano diverse formazioni partigiane che parteciparono alla memorabile battaglia Roti-Valdiola-Chigiano del 25 marzo 1944 in cui i partigiani affrontarono i nazi-fascisti. Ogni anno si effettuano numerose escursioni per ricordare quei fatti e chi diede la vita tra quei boschi e su quei sentieri.

La diversità paesaggistica concentrata in un territorio tutto sommato non molto esteso rendono il Monte San Vicino un’area ideale per praticare attività all’aria aperta di vario genere. Dagli splendidi sentieri che portano alla Faggeta di Canfaito ai resti misteriosi della Rocca degli Ottoni, dalle Gole di Jana a Elcito ogni escursionista o cicloturista avrà di che divertirsi. Le aree boschive alternate ai terreni coltivati, ai pascoli ed ai piccoli borghi donano al paesaggio una caratterizzazione unica.

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